Scopriamo in modo specifico e strategico come funziona la nostra mente quando apprende.
La scuola è il luogo d’apprendimento più immediato, ma questo processo viene seguito ogni volta che la nostra mente apprende, anche al di fuori dell’aula.
Partiamo da una piccola premessa: la nostra mente impara meglio attraverso le sintesi e gli schemi.
Possono essere mappe mentali, mappe concettuali o qualsiasi tipo di schema, la nostra mente è sempre pronta per imparare in questo modo. Quindi più possibilità abbiamo di costruire degli schemi meglio è.
In questo articolo andremo quindi a sintetizzare e schematizzare come funziona la mente che apprende, a scuola e in generale, per facilitare l’apprendimento di questo processo.
L’apprendimento attraverso i sensi
La prima memoria che si attiva è la memoria sensoriale, tutte le informazioni passano attraverso il corpo e i sensi.
I sensi sono coloro che inviano informazioni al sistema nervoso, centrale o periferico, in base all’interpretazione che da il nostro organismo allo stimolo ricevuto.
In pratica noi abbiamo come modalità di apprendimento una risposta a qualcosa che viene sollecitato dall’ambiente esterno attraverso i nostri cinque sensi.
Sempre per le neuroscienze l’imparare qualcosa o l’apprendere qualcosa ha a che fare con l’acquisizione di conoscenze del mondo, dove le conoscenze pregresse sono alla base per l’acquisizione delle nuove conoscenze.
Questa connessione è molto evidente a scuola. Sarà ad esempio infatti molto più semplice acquisire la moltiplicazione se l’alunno/a ha consolidato nella sua esperienza pregressa la somma e la sottrazione.
Dalla memoria sensoriale alla memoria di lavoro
Le prime modalità di apprendimento avvengono attraverso i sensi, è necessario poi che l’informazione compia un secondo passaggio dalla memoria sensoriale a quella che viene definita memoria di lavoro.
La memoria di lavoro è un passaggio intermedio fondamentale, ma con alcuni punti critici che è importante conoscere: offre la possibilità di dimenticare le informazioni che non sono necessarie o poco importanti e ha bisogno di un refresh continuo per poter essere aggiornata.
Questo vuol dire che l’informazione rimane nella memoria di lavoro solo per poco tempo e la si dimentica facilmente.
Non si può proprio dire che una persona abbia appreso quando l’informazione è arrivata alla memoria di lavoro.
Sperimentano la brevità della memoria di lavoro tutti gli studenti nel momento in cui si preparano all’ultimo per un esame, una verifica o un’interrogazione. In poco tempo assimilano molte informazioni che però resteranno a loro diposizione solo per un breve lasso di tempo. Sarà molto facile che le scordino poco dopo aver superato la prova.
La memoria di lavoro di chi ha un disturbo dell’apprendimento
Solitamente chi ha un disturbo specifico di apprendimento ha una maggiore fragilità a livello di memoria di lavoro, che si satura molto più velocemente.
Per questo è di grande aiuto:
- utilizzare gli strumenti compensativi
- spezzare momenti di lezione in più parti, utilizzando una modalità che si chiama intermittente o intervallata che prevede l’alternanza di momenti di spiegazione intensiva a momenti di lavoro più produttivo così da portare a gradualmente ad acquisire quella competenza e quella conoscenza
Dalla memoria di lavoro alla memoria a lungo termine
L’ultimo e più articolato passaggio che deve compiere l’informazione per completare il processo di apprendimento è arrivare alla memoria a lungo termine.
Come detto infatti non si ha appreso quando si attiva la memoria di lavoro, è infatti necessario rinforzare la memoria fino a farla passare alla memoria a lungo termine. Diversamente la nozione, il concetto la definizione il processo la strategia la metodologia non verrà sedimentata e consolidata come un aspetto di apprendimento.
Per far passare un’informazione alla memoria lungo termine e sono implicati alcuni aspetti che è molto importante conoscere
Aspetto emotivo
Il primo è ancora un aspetto emotivo, detto transfer, ovvero l’essere talmente coinvolti nel proprio processo di apprendimento o di acquisizione del sapere.
L’emozione della conoscenza è quel meraviglioso movimento interno che crea la possibilità di sedimentare e di passare alla memoria a lungo termine il concetto.
E’ importante tenere in considerazione che l’ambiente e il contesto influiscono sull’aspetto emotivo.
Avere un obiettivo
Il secondo aspetto è l’avere un obiettivo ed una intenzionalità rispetto a ciò che si sta facendo.
Qualsiasi processo di apprendimento è efficace se si definisce qual è l’obiettivo che si vuole raggiungere e quale sarà il risultato atteso.
Quando si sa di sapere?
Il processo di apprendimento non è finito quando io si ha capito di aver capito.
Quindi come si fa a sapere di sapere, di aver consolidato l’apprendimento?
Si ha la conferma di sapere quando si riesce a ripercorrere all’indietro l’intero processo di apprendimento.
Avere chiaro come si è riusciti ad apprendere ciò che si è implica compiere lo sforzo di recuperare le informazione necessarie per verificare di aver raggiunto l’obiettivo e il risultato che si voleva ottenere.
In buona sintesi l’informazione, processata dalla memoria sensoriale, passa dalla memoria di lavoro alla memoria lungo termine solo ed esclusivamente se si è coinvolti dal punto di vista emotivo, si ha un obiettivo da raggiungere e si è capaci di ripercorrere il processo a ritroso.