L’espansione dell’uso della tecnologia pone ai genitori nuove sfide: la gestione di strumenti, dispositivi, giochi e di un mondo in continua evoluzione.
Come fare perché i bambini stiano meno di fronte agli schermi e connessi ai giochi elettronici senza dover litigare?
Come fare per non arrivare allo scontro con i figli digitali?
Per rispondere facciamo un piccolo passo indietro e analizziamo questa situazione proposta ancora il secolo scorso da Gregory Bateson.
Una certa mamma quando il suo bambino ha mangiato gli spinaci lo premia di solito con un gelato. Di quali ulteriori informazioni avreste bisogno per essere in grado di predire se il bambino giungerà ad amare o odiare
- gli spinaci
- il gelato
- la mamma.
Questa frase in prima battuta può sembrare strana, un po’ misteriosa e lontana dalla domanda iniziale.
In realtà aiuta perfettamente ad introdurre un argomento molto bello, interessante e allo stesso tempo altrettanto complesso: la professione del genitore.
In fondo non la si può chiamare diversamente, essere genitori è una vera e propria professione che, però, ciascuno si “costruisce.”
Ognuno pensa di essere il miglior genitore che i propri figli possano avere, benchè non ci siano scuole di formazione, corsi o un venga rilasciato un patentino.
Il genitore sente la grande missione di crescere, educare la nuova vita che ha generato, ma non sa bene come fare. E così può capitare che si compiamo azioni, come la mamma che da da mangiare il gelato dopo gli spinaci convita di fare bene, ma senza avere la certezza di cosa questo genererà.
Cosa significa allora essere genitori in linea?
Gregory Bateson, con questa sua forte provocazione, ha messo in luce la complessità del sistema in cui viviamo.
Siamo infatti immersi in un flusso costante e continuo di stimoli e composto da tantissime informazioni.
Noi, come esseri intelligenti comunichiamo continuamente attraverso la parola, il linguaggio, i gesti e i comportamenti.
Tutti stimoli e segnali che vanno elaborati e compresi da chi ci osserva, ovvero i bambini.
L’espansione della tecnologia ha ulteriormente complicato questo sistema chiamando in prima linea proprio i genitori al cambiamento.
La rapidità dell’evoluzione mette quasi in discussione l’idea dei genitori, che hanno avuto altre esperienze, proprio perché i figli hanno davanti a loro un mondo completamente diverso.
Le azioni di mamma e papà vanno a collidere e ad incastrarsi con tutti gli stimoli che il mondo sottopone ai ragazzi.
Stimoli che possono essere opportunità per crescere ma anche di perdersi.
In breve quindi il senso della frase di Bateson porta all’evidenza l’estrema difficoltà con cui il genitore oggi affronta il proprio mestiere.
Come entrare in connessione con i propri figli?
Il libro “Genitori in linea” scritto dal coach Lorenzo Bossalini offre questo tipo di risposta e racchiude in questo schema un percorso di tutte le attività che un genitore dovrebbe fare restare connesso con i propri figli e per crescere insieme a loro.
Si alternano cose sono un po’ giocose, perché i genitori dovrebbero restare sempre un po’ bambini, ad altre più “seriose”, perché i genitori devono stimolare anche la responsabilità e la consapevolezza dell’adulto.
Il bambino quando nasce non sa nulla, ma ogni genitore sa benissimo che dovrà stargli accanto e tenergli la mano accompagnandolo nella crescita.
E’ importante però partire dal presupposto che queste azioni sono quelle che un genitore deve fare in prima persona e non aspettarsi che qualcun altro le faccia al proprio posto.
In questo modo potrà andare verso il proprio figlio che nel mondo d’oggi è sottoposto sempre più a stimoli i grandi non conoscono o non capiscono.
E’ quindi un percorso di avvicinamento che deve essere fatto dal genitore, in quanto adulto, per non arrivare poi al punto di litigare, di imporre un divieto o arrivare sempre al conflitto per le tante ore passate davanti alla console, televisione o telefono
Bisogna essere onesti, la tecnologia fa una concorrenza davvero sleale ai genitori.
Questi mezzi di comunicazione sono potentissimi perché trasmettono una grande quantità di informazioni in breve tempo, ma soprattutto hanno un’altissima capacità di attrarre, di intrattenere e di tenere connessi bambini e ragazzi.
Le conseguenze possono partire dalla perdita del sonno fino ad arrivare alla dipendenza vera e propria, intaccando l’interesse per ciò che piace al genitore come ad esempio la musica, l’arte…
D’altro canto però non è neppure corretto vedere in modo troppo giudicante la tecnologia.
Questo perché comunque il mondo sarà delle nuove generazioni e sempre più tecnologico.
Si pensi al periodo del lockdown se non ci fosse stata la tecnologia i ragazzi, chiusi in casa, non avrebbero potuto avere alcun collegamento con la scuola e gli amici.
Ecco perché diventa chiaro che si, è molto complesso, ma non possiamo andare contro a tutto questo.
Come fare allora come genitori?
Occorre trovare il modo di essere connessi, ovvero trovare il modo di connettersi con i figli per crescere insieme a loro in una realtà che impone la crescita e il cambiamento continuo e veloce.
Chi non riesce a connettersi prima o poi rimane fuori.
Valori più che regole
Bambini e ragazzi comprendono e rispettano le regole solo se arrivano ai valori che le hanno generate.
E’ più importante seguire i valori e viverli, perché in questo modo vengono davvero trasmessi, diversamente sarà una guerra continua di imposizioni e di NO.
L’adolescenza finisce quando i figli decidono di seguire i valori.
Come insegnare i valori?
I genitori hanno dalla loro il poter dare ciò che le macchine non possono dare: le emozioni.
Le emozioni sono lo strumento più potente per passare valori e, di conseguenza veicolare regole.
Ecco che è possibile integrare la presenza dei mezzi tecnologici offrendo ai figli la parte umana e trasmettendo le emozioni.
Questo è un po’ il compito del genitore!
Quali sono i benefici del connettersi con i figli?
I macro benefici sono certamente due.
Il primo e più importante è quello di rendersi conto che effettivamente ogni genitore può contribuire alla crescita di una nuova coscienza.
La complessità del mondo può mettere a dura prova i genitori, ma entrare davvero in connessione con i propri figli permette di far sì che i figli riconoscano nell’adulto un alleato, un qualcuno con cui condividere la bellezza della vita e non solo un porto sicuro a cui rivolgersi quando qualcosa non va.
Il secondo è la gioia di sapere di aver dato un contributo al mondo che vivranno poi i figli proprio perché si è fatto tutto il possibile per costruire una persona buona, una persona migliore.
In fondo la missione del genitore è quella di accompagnare nella crescita una persona che contribuisca a rendere il mondo un posto migliore.
Quali errori si possono evitare con i propri figli?
Ci sono alcuni errori che si possono evitare e soprattutto alcune convinzioni in cui non credere proprio più.
La prima di tutte è il credere di essere inadeguati al ruolo di genitore.
La complessità può far sentire inadatti, ma occorre arrivare al cuore della persona, a quel punto nessuno è inadeguato.
Non bisogna avere paura del mondo, di come sta andando e della tecnologia che può sembrare lontana.
Bisogna invece essere persone vere e valide, persone che sanno provare e manifestare le proprie emozioni.
La seconda è togliere tutti i pregiudizi sul fatto che la tecnologia faccia sempre e solo male.
Occorre imparare a usarla bene e per le cose utili, quello si!
La tecnologa aiuta a parlare e a comunicare e questo è buono.
Da ultimo il fatto non farcela che riprende in parte l’idea iniziale sul senso di inadeguatezza.
La velocità a cui viaggiano le tecnologie impone un’altrettanta rapida capacità di cambiamento.
Gli studi sulle neuroscienze confermano che il cervello è capace, in un secondo, di cambiare un pensiero negativo in uno positivo e di trovare una nuova strada in quello che sembra un vicolo cieco.
Pensare in modo rassegnato che il mondo sta andando a rotoli e che era meglio “prima” che era meglio è assolutamente da accantonare.
Questo perché i ragazzi sapranno sorprenderci con i traguardi che riusciranno a raggiungere. Hanno un potenziale enorme e come genitori abbiamo il compito di credere in loro senza creare limiti.
Tutto questo e molto di più è approfondito nel libro “Genitori in linea” scritto dal coach Lorenzo Bossalini
Foto di Julia M Cameron da Pexels